Centri di giustizia riparativa e mediazione penale e sociale

Il modello di Centro ipotizzato da Spondé  offre uno spazio di parola e di ascolto, dedicato e professionale, rivolto alla soluzione dei conflitti determinati da un reato o da situazioni di tensione sociale e familiare.


L’Associazione assicura lo svolgimento di programmi di giustizia riparativa in ambito penale, e di soluzione dei conflitti in ambito sociale, familiare, scolastico e comunitario, con sportelli attivi nelle tre sedi operative di Roma, Palermo e Viterbo.

Per quanto riguarda l’ambito penale  si fa riferimento a quanto previsto dalle Direttive e Raccomandazioni internazionali e in particolare alla Dichiarazione di Vienna del 2000: si tratta di “un modello di giustizia nel quale la vittima, il reo e/o laddove risulti appropriato, chiunque, individuo o comunità, leso dal reato, partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle questioni sorte dal reato, generalmente con l’aiuto di un facilitatore….”.

A CHI SI RIVOLGE

Il Centro accoglie:

  • le vittime dei reati
  • gli autori di reato 
  • ogni altro soggetto della Comunità  interessato alla soluzione degli effetti determinati dal reato

Il Centro svolge altresì attività di mediazione in ordine a:

  • conflitti sociali (conflitti di vicinato, intergenerazionali, fra gruppi giovanili, dissidi fra soggetti provenienti da aree geografiche e culture diverse)
  • conflitti scolastici (fra alunni, fra insegnanti, fra alunni ed insegnanti, fra genitori ed insegnanti)
  • conflitti familiari (conflitti di coppia, conflitti tra genitori e figli, conflitti parentali più ampi)

Il Centro offre informazioni e consulenza alle Istituzioni e agli operatori dei servizi pubblici o del privato sociale, con cui stabilirà un raccordo che può essere formalizzato, ove occorra, con specifiche intese e protocolli.

ORGANIZZAZIONE E METODOLOGIA

Il Centro si avvale di professionisti che, secondo le linee guida internazionali, sono stati selezionati al fine di formare un gruppo multidisciplinare e multiculturale, rappresentativo delle culture locali.
Gli operatori, oltre al curriculum di studi individuale, hanno frequentato un corso di specializzazione sulle tecniche di mediazione/riparazione secondo l’approccio umanistico (consulta la nostra sezione sulla formazione).

La metodologia di intervento adottata da tutti i mediatori privilegia, sin dagli incontri preliminari con ciascuna delle parti, un ascolto partecipato, non direttivo e non giudicante, che restituisce la parola alle parti incentivando la capacità della persona ad esprimere i propri bisogni, ad esternare le proprie emozioni, esprimere il proprio consenso, ad essere attore delle proprie scelte.
Il modello privilegia un approccio umanistico (Morineau, Umbreit): si tratta di un dialogo guidato più che di un processo guidato di risoluzione dei conflitto. È un procedimento informale in cui le parti, guidate da una équipe di esperti, hanno la possibilità di incontrarsi, di discutere del reato, (o, più in generale, del conflitto), dei suoi effetti sulla loro vita e sulle loro relazioni, di progettare modalità di comportamento futuro assumendo, eventualmente anche impegni volontari di riparazione simbolica o materiale – del danno causato.

Lo spazio protetto e confidenziale è una variabile fondamentale dell’incontro tra le parti e il mediatore, sia nei colloqui preliminari individuali, sia nell’eventuale incontro di mediazione.

Viene assicurato il rispetto dei requisiti essenziali della giustizia riparativa e mediazione penale quali la consensualità delle parti, la  specificità e il rigore metodologico, la  riservatezza e confidenzialità, la gratuità delle prestazioni.