PROGETTI SUI TEMI DELLE VITTIME AL CENTRO DELLA SICILIA

L’Associazione Spondé ha condotto due progetti sui temi delle vittime di reato nel territorio di Caltanissetta e Gela nel corso del 2023.

Il progetto “Adesso ti vedo” è stato destinato a circa 20 utenti dell’USSM con annesso CDP di Caltanissetta e Gela.

Il progetto “Sentiti libero” è stato svolto presso l’IPM di Caltanissetta, destinato a tutti i ragazzi ristretti.

L’obiettivo principale dei progetti è stato quello di diffondere la cultura della tutela delle vittime con incontri di sensibilizzazione rivolti ai minori indicati come autori dell’offesa, in cui hanno potuto mettere in gioco le proprie emozioni attraverso il riconoscimento del danno arrecato ad altre persone a seguito del reato. La grande risonanza sui temi delle vittime deriva certamente dalle direttive e raccomandazioni europee e internazionali, e dalla riforma Cartabia che nel capitolo IV introduce la disciplina organica della giustizia riparativa annoverando nella definizione di “vittima” oltre a chi ha subito direttamente il reato, anche i familiari delle persone che a seguito del reato hanno perso la vita. Ed è a proposito di quest’ultimo concetto che i progetti di seguito descritti, sono stati molto significativi.

I mediatori penali dell’Associazione Spondé hanno effettuato con i ragazzi che hanno partecipato ai progetti, incontri di gruppo tra pari, particolarmente utili per riflettere sulle conseguenze devastanti del reato attraverso un viaggio emozionale che ha condotto i gruppi verso quelli che sono i valori universali. Tale percorso di gruppo ha consentito ai giovani partecipanti di soffermarsi su temi quali la responsabilità, la gestione del conflitto, la consapevolezza, la vittimizzazione e la “presentificazione” delle loro vittime partendo dalla narrazione delle esperienze in cui loro per primi si sono sentiti vittime. Aver riconosciuto il proprio dolore nella storia dell’altro, ha consentito ai giovani partecipanti di riconoscere l’altro. In seno al progetto destinato ai ragazzi segnalati dall’USSM, alcune ore sono state dedicate ad incontri con i loro familiari i quali hanno avuto uno spazio di parola riservato e confidenziale in cui poter raccontare ciò che è difficile da dire.

Ogni percorso di gruppo, che i giovani hanno frequentato volontariamente, è sfociato alla fine in un altro programma di giustizia riparativa a cui i ragazzi hanno dato libero consenso, il dialogo riparativo.

Le persone vittime di reato coinvolte nei dialoghi riparativi sono state Rosario e Annamaria Naro di Caltanissetta, genitori di Aldo Naro, un giovane brillante di 25 anni laureato in medicina, ucciso massacrato durante una serata presso una discoteca a Palermo 9 anni fa. L’impatto emotivo di questo incontro, condotto dagli operatori della giustizia riparativa, è stato notevole, ci sono stati gesti riparativi immediati come gli abbracci e le scuse dei detenuti alla madre di Aldo e c’è stato un accordo riparativo tra i giovani detenuti e i signori Naro, che ha visto la realizzazione di un’opera fatta dai detenuti durante gli incontri del progetto “Sentiti Libero”. L’opera realizzata su una tavola di legno, è stata collocata presso la sala colloqui dell’IPM che, per volere del Direttore, D.ssa Savarino Viviana, è stata intitolata al giovane Aldo Naro.

Inoltre i ragazzi che hanno aderito al progetto Adesso ti vedo (USSM), hanno incontrato l’Associazione Etnos, in particolare i referenti delle case rifugio per donne vittime di violenza ed una vittima ospite delle case rifugio. La giovane donna ha narrato non tanto i fatti che la portarono a fuggire dal suo carnefice, quanto tutte le paure che ha provato e continua a provare. I ragazzi insieme a tutti i presenti hanno spontaneamente donato alla giovane donna un pensiero o una parola che ognuno ha scritto in un biglietto consegnato a lei come gesto riparativo.

Altra persona vittima che è stata incontrata sia dai ragazzi ristretti presso l’IPM che i ragazzi in carico all’USSM è la signora Franca Evangelista a cui 30 anni fa fu assassinato il marito dalla mafia gelese perché aveva denunciato il reato di estorsione a suo danno. La disamina accurata della signora Franca non ha lasciato indifferenti i presenti soprattutto i ragazzi i quali le hanno manifestato la loro ammirazione con parole e sentiti che sono stati raccolti e donati alla signora a conclusione degli incontri. Ma non solo, nel corso dei laboratori di scrittura narrativa, nell’ambito del progetto “Sentiti Libero”, i ragazzi dell’IPM hanno preparato una serie di pergamene con alcuni pensieri per la signora Franca che le sono state consegnate durante l’incontro dialogico. A distanza di pochi giorni la signora Franca ha inviato ai mediatori penali la foto di un quadro che si è fatta realizzare da un grafico, contenente tutte le pergamene scritte dai ragazzi ristretti in IPM. Tale quadro a dire della signora Franca, è stato “il più bel regalo di Natale”

Le azioni proposte da entrambi i progetti hanno riempito di significato l’esecuzione della pena e le MAP di tutti i ragazzi coinvolti, ma sarebbe riduttivo parlare solamente di questo risultato. Bisogna sottolineare il BENE, “un bene che fa rumore quanto ne fa il male” (Rosario Naro) che questi percorsi hanno fatto ai membri della comunità che hanno partecipato ai dialoghi riparativi, agli operatori della giustizia che hanno partecipato attivamente ed emotivamente, e soprattutto alle vittime che hanno aderito volontariamente e che volontariamente hanno dato la loro disponibilità a partecipare ad altri futuri incontri con i mediatori penali dell’Associazione Spondé, poiché, a loro dire, hanno trovato il riconoscimento, il ristoro e l’ascolto.